martedì 2 settembre 2008

L'anima, la politica e la televisione.

Ricordo il Pasolini , profeta dei nostri tempi, in queste pagine degli Scritti Corsari. Racconta della società dei consumi il cui verbo è proclamato dalla televisione che ha un duplice ruolo. Quello di omologazione dei costumi e quello di anestetico dell’anima. Ecco le parole di Pasolini.



“…………………………Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. …………………… L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza" della ideologia edonistica, voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.Le strade, la motorizzazione ecc. hanno ormai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè, come dicevo, i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane.
……………Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura……………………………La responsabilità della televisione in tutto questo è enorme. Non certe in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. E attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere………………………………………….

[L'articolo era apparso sul "Corriere della Sera" il 9 dicembre 1973 con il titolo "Sfida ai dirigenti della televisione"


Risultato di tutto ciò è un Italia addomesticata. E qui riporto le chiare parole di Nadia Urbinati su Repubblica del 20 agosto.



"Questa Italia assomiglia a una grande caserma, docile, assuefatta, mansueta. Che si tratti di persone di destra o di sinistra, la musica non sembra purtroppo cambiare: addomesticati a pensare in un modo che sembra diventato naturale come l´aria che respiriamo. Come bambini siamo fatto oggetto della cura di chi ci amministra. E come bambini bene addomesticati diventiamo così mansueti da non sentire più il peso del potere. È come se, dopo anni di allenamento televisivo, siamo mutati nel temperamento e possiamo fare senza sforzo quello che, in condizione di spontanea libertà, sarebbe semplicemente un insopportabile giogo"


E l’anima che c’entra l’anima. L’anima c’entra sempre. È colei che ci protiamo dentro fino alla morte e anche dopo di essa.

Non rimane che scegliere se desiderare un’ anima vittima di questo giogo oppressivo o un’ anima libera.
Come? È questa la vera sfida della modernità. Di questa società liquida.
Liberare l’anima è il nostro destino. Lo auguro a me. Lo auguro anche a te navigatore su questo blog.

Ciao. Claudio

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