martedì 23 dicembre 2008

Te piace 'o presepe?

Te piace 'o presepe? E no che non m' piace, specie quando vedo protagonisti, a fare l'asino e il bue, persone che conosco (Renzo Lusetti, Giuseppe Gambale). Non m' piace proprio ma non mi sorprende. Non mi sorprenderei addirittura se succedesse qualcosa anche a Milano (non mi ha mai convinto il passaggio del pacchetto di azioni della Serravalle da Gavio alla Provincia).

E' in corso lo spurgo. E allora lasciamolo uscire tutto, questo marcio, senza trattenerlo com'è successo in passato. La bonifica morale del centrosinistra era iniziata sì ai tempi di Tangentopoli ma presto, troppo presto, fu bloccata dai gruppi dirigenti di Ds e Ppi/Margherita. Sono loro i responsabili della malsana interruzione. Sono in gran parte le stesse persone che ora guidano il Pd. Pensavano che sarebbe stato troppo doloroso, a livello personale, e troppo pericoloso, a livello politico, riconvertire menti e cuori ai precetti - tanto semplici tanto stringenti - che stanno scritti sul frontone di quel Palazzo da cui tutto partì nel febbraio 1992: honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere. Hanno fatto finta di non conoscere il latino. Hanno continuato come prima, i migliori meglio di prima (vedi la cronaca nera dell'affaire Unipol - Bnl).

Forse siamo nella fase finale di una lunga infezione. E forse può chiarirsi definitivamente la situazione, se la smetteremo di lasciare l'iniziativa ai giudici e ci assumeremo le nostre decisioni. Io auspico una scissione. Quelli come Del Turco (socio fondatore del Pd), che hanno fatto pressapoco come lui, ma soprattutto che la pensano suppergiù come lui, lo seguano nel Pdl. Gli altri, quei due o tre che rimarranno, inizino l'impresa da sempre rinviata, quella di costruire la casa democratica di "giustizia e onestà".

Nella tristezza di questo presepe, c'è del buono nell'essere solo paglia. Non contiamo niente ma possiamo continuare a respirare liberi e belli (il latino "honestas" vuol dire anche "bellezza").

Auguri dolci come una pastiera
Giovanni



Sottoscrivo e condivido il pensiero dell'amico Giovanni Colombo, libero pensatore e consigliere comunale del PD a Milano.
Ciao
Claudio

giovedì 18 dicembre 2008

Lanciate milioni di scarpe a Bush, on line


Prendere a scarpate l'uomo più potente del mondo, per poco più di un mese, è una tentazione troppo grossa ed è diventato un videogioco programmato in flash. Mundader al Zaidi, il giornalista lanciatore, ha mancato il bersaglio, grazie ai riflessi di Bush, ma sul sito www.sockandawe.com è possibile imitarlo e migliorare la sua performance. (http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=89629 )

Un modo simpatico per dire quello che è nella realtà. Una guerra inventata per il nostro bieco interesse. Quanto sangue è costato e costa il nostro pieno di carburante?
ciao
claudio

lunedì 15 dicembre 2008

Carlo Martia Martini e José Luis Rodríguez Zapatero




Sono da poco nella rete di Facebook. Ho scoperto la possibilità di diventare fan. E allora per la serie "testa e cuore", sono diventato fan di due personaggi che sono per prima cosa due Persone. Carlo Maria Martini e José Luis Rodríguez Zapatero. Dio e Cesare. In due persone riscopro le convergenze parallele di "dio e di cesare". Il dio che parla al cuore, Martini, e il cesare che è Politica, Zapatero, nella speranza che anche in Italia ci siano sempre più Martini e sempre più Zapatero.
Claudio

mercoledì 10 dicembre 2008

Omosessualità, cultura e teologia.

Sono giorni questi in cui la tematica dell'omosessualità ritorna in prima pagina.
Un bel film, I segreti di Brokeback Mountain, storia d'amore omosessuale fra due cowboy, è stato tagliato lunedì 8 dicembre su RAI2 nelle scene di affetto tra i due cow-boy.
Caso, distrazione o censura?
La richiesta della Francia all'Onu di depenalizzare l'omosessualità nel mondo, nel 60esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, è stata bocciata dal Vaticano.
Non mi scandalizzo più per queste prese di posizione in cui la persona viene schiacciata sotto il peso di un oppressione culturale e religiosa. Sono solo stanco e deluso, indignato e pieno di dolore.

Questa sera cerco rifugio nella teologia e trovo conforto nella rilettura del primo numero di quest’ anno della rivista di teologia internazionale Concilium interamente dedicato all’omosessualità.
Riporto integralmente il pensiero espresso dalla teologa che firma l’editoriale perché , mai come in questo caso, le parole chiariscono un concetto da me condiviso.
Un primo passo per procedere da qui in avanti è fatto la dove – come nel Catechismo della chiesa cattolica (1992) – si dice che le persone omosessuali non possono essere sottoposte a “ingiusta discriminazione” (n.2358) . A prescindere dal fatto che questa formulazione sembra suggerire che esiste anche una discriminazione giusta e giustificata tra le persone, questo riconoscimento è un momento importante. Ma è un passo nella direzione sbagliata: è una mossa verso l’identificazione o il rafforzamento di una categoria segregante.
“Rispetto, compassione, delicatezza” – così il Catechismo – devono essere dimostrati nei confronti degli “omosessuali”. “Compassione” e “delicatezza” sono spesso atteggiamenti per le persone che soffrono una grave mancanza o la cui umanità stessa viene definita una carenza. L’invito al “rispetto” di “tali” persone appare dunque una forma retorica di cui si pretende il rispetto, ma si presuppone anche la disistima. Essa solidifica un essere-altro classificato di qualità morale inferiore e rende possibile la segregazione dei “non normali” tra “noi”.

La teologa Regina Ammicht Quinn, che firma l’articolo, vede una via d’uscita dalla trappola delle singole identità in una “decolonizzazione delle mentalità”.
Tutti noi siamo tanto segnati dalla nostra cultura, e non possiamo perciò dire come il desiderio sessuale si manifestasse “prima di ogni cultura” o “all’inizio”.
E’ risaputo che in tutte le epoche e in tutte le culture sono vissuti donne e uomini che si sono sentiti attratti verso persone del proprio sesso. In questa situazione generale si può senz’altro parlare di una costante del genere umano.


Passo semplicemente alla mia storia personale.
La mia cultura personale e religiosa mi ha formato nel considerare “diversi”, “malati” “ingiustamente discriminati” gli omosessuali a tal punto che se vedevo due uomini baciarsi mi doleva il basso ventre.
Grazie a Dio negli ultimi anni, ho incontrato persone che mi hanno aiutato a slegare la tenerezza cristiana dai legacci dell’ipocrisia.

Ho camminato sulla spiaggia di Barcellona qualche week end fa, e quando ho incontrato due uomini che si baciavano amorevolmente mi sono proprio sentito bene.

Anche io, come la Francia all’Onu, riaffermo il principio di non-discriminazione, il quale richiede che i diritti umani siano applicati in modo eguale a ciascun essere umano senza distinzione di orientamento sessuale e identità di genere.

Ciao.
Claudio

sabato 29 novembre 2008

Cordoglio per la scomparsa di Alice

Ricordo Alice l’anno scorso mentre caricava la sua macchina dopo aver smontato un presidio in campagna elettorale.

La ricordo come una bella persona.

La sua prematura scomparsa e il dolore di Rita e Antonello mi lasciano con la morte nel cuore.

In questo momento di grave lutto mi sento vicino alla sua famiglia e a tutti coloro che l’hanno conosciuta.

Claudio

martedì 25 novembre 2008

25 novembre 2008 - GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE



Le donne non si toccano nemmeno con un fiore…





Il manifesto contestato, “Donna crocifissa”, compare in questi giorni sulle pagine di quotidiani, riviste e siti web, ma non sui muri di Milano per la decisione del Comune di Milano, di bloccarne l'affissione - che era stata richiesta per celebrare il 25 Novembre, Giornata Internazionale contro la violenza alle donne. Il 25 novembre 1960 furono violentate e uccise le sorelle Mirabal, paladine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dalla dittatura e da allora simbolo internazionale della lotta per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una violenza che per molte donne è ancora il pane quotidiano......perché gridano vendetta le 6,743 milioni di donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita.......
Questo l'inizio dello speciale sulla giornata del 25 novembre che puoi trovare sul sito http://www.deltanews.it/primopiano/novembre08/251108.htm


Sostituire il crocefisso di Cristo con la donna crocefissa dalla violenza non è affatto scandaloso.
E' ricordare una delle tante violenze che si prepetuano tutt'oggi su quel legno che ricorda il dolore e la violenza.
Se con la croce di Cristo si ricordano tutte le violenze, permettimi per un giorno, il 25 novembre, di cambiare il mio crocefisso con quello che ricorda l'infame violenza sul corpo e nell'anima della donna.

lunedì 24 novembre 2008

Le carezze come nutrimento

Abbiamo bisogno di carezze, ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo e del cibo di cui ci nutriamo.
Ne abbiamo bisogno nelle relazioni private ma anche in quelle pubbliche e professionali.
Parlare di carezze significa parlare di riconoscimenti.
Riconoscimento di sé e riconoscimento dell’altro; e poi ancora riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento dell’altro.”

E il riconoscimento di sé attraverso il riconoscimento dell’altro è una delle più belle esperienze della vita.
Ma che cos’è una carezza?
La carezza è tutto ciò che, nella relazione tra due persone, implica uno scambio comunicativo, verbale o no, che comporta una certa dose di emozione, in una o entrambe le persone.”
Possiamo dire che “e’ carezza tutto ciò che, riconoscendo l’esistenza dell’altro, comporta una comunicazione con una valenza affettiva, anche minima.
Assertire sorridendo, toccare amichevolmente una spalla dire “sono contenta di vederti”, ascoltare con attenzione, dare un segno di disponibilità
.”
Le carezze riguardano la totalità della persona come delle loro azioni.
Facciamo un esempio per comprendere meglio il concetto.
In un giardinetto pubblico un bambino si sporca la camicia di gelato. La mamma che lo accompagna gli grida stizzita : “Sei un cretino”.
In questo caso la mamma da al bambino una carezza negativa incondizionata., senza appello.
Se gli dicesse con aria di disapprovazione : guarda che ti sei sporcato, gli farebbe una carezza negativa condizionata.
La carezza condizionata implica la disapprovazione di quell’azione, di quel modo di fare
.”
Una carezza incondizionata negativa colpisce la persona nel suo insieme.
Una carezza negativa condizionata è come un’area di possibile miglioramento.
Una carezza positiva condizionata, “hai fatto una cosa carina”, fa proprio piacere.
Una carezza positiva incondizionata, “sei carino”, può far godere.
Se ad essere destinatari di carezze si riceve qualcosa, lo stesso accade a colui che pronuncia le carezze.
Dare una carezza positiva, sia essa condizionata o incondizionata, arricchisce anche chi la da.
Dare una carezza negativa condizionata è fare una critica lasciando aperta la porta alla relazione.
Dare una carezza incondizionata negativa significa giudicare la persona e lascia l’amaro in bocca.
A proposito di carezze, mi permetto di consigliarti un bellissimo libro, da cui ho tratto il “virgolettato”, di Giacomo Magrograssi sulle carezze, Le carezze come nutrimento edito da Baldini Castaldi Dalai Editore.

Se la vita è tutta una questione di relazione, per una buona vita stiamo attenti alle carezze che facciamo e alle carezze che chiediamo.
Possiamo fare tanto bene o tanto male anche a noi stessi.

Claudio

I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO


I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO


(di Dorothy Law Nolte)

Se un bambino vive con le critiche, impara a condannare.

Se un bambino vive con l'ostilità, impara ad aggredire.

Se un bambino vive con il timore, impara ad essere apprensivo.

Se un bambino vive con la pietà, impara a commiserarsi.

Se un bambino vive con lo scherno, impara ad essere timido.

Se un bambino vive con la gelosia, impara cos'è l'invidia.

Se un bambino vive con la vergogna, impara a sentirsi in colpa.

Se un bambino vive con l'incoraggiamento, impara ad essere sicuro di sé.

Se un bambino vive con la tolleranza, impara ad essere paziente.

Se un bambino vive con la lode, impara ad apprezzare.

Se un bambino vive con l'accettazione, impara ad amare.

Se un bambino vive con l'approvazione, impara a piacersi.

Se un bambino vive con il riconoscimento, impara che è bene avere un obiettivo.

Se un bambino vive con la condivisione, impara la generosità.

Se un bambino vive con l'onestà e la lealtà, impara cosa sono la verità e la giustizia.

Se un bambino vive con la sicurezza, impara ad avere fiducia in se stesso e in coloro che lo circondano.

Se un bambino vive con la benevolenza, impara che il mondo è un bel posto in cui vivere.

Se vivi con serenità, il tuo bambino vivrà con la pace dello spirito.

Con che cosa sta vivendo il tuo bambino?



(traduzione dall'inglese di G. Carro © 2006)

Che bambino avremmo voluto essere?
Quali bambini stiamo aiutando a crescere con i nostri pensieri, con i nostri comportamenti?
Ciao
Claudio

giovedì 20 novembre 2008

Un abbraccio a chi fa sport



Eccomi abbracciato ai monumenti dello sport cernuschese e nazionale di ieri e di oggi, la sera dello spettacolo un Movimento per lo Sport tenutosi alla Casa delle Arti Sabato 15 novembre 2008, per il varo della Consulta dello Sport di Cernusco sul Naviglio.
Voglio sopratutto abbracciare simbolicamente tutte le persone che fanno sport perchè, come ha ricordato anche il Cardinal Martini nel suo ultimo libro Conversazioni notturne a Gerusalemme, sport e preghiera sono parte della cura di sè.

Se c'è una spiritualità dell'anima che vibra attraverso la preghiera, c'è una spiritualità del corpo che si libera attraverso lo sport.

Buon viaggio Consulta dello Sport!!
Claudio

martedì 18 novembre 2008

Un mondo di sapori con il Kem Kogi



Cena etnica e mostra batik
Sabato 29 Novembre 2008

h. 20.00 presso l' Oratorio Paolo VI (Cernusco sul Naviglio)
Iscrizione: 15,00 euro – bambini gratis
Si raccomanda la conferma della partecipazione entro mercoledì 26 ai seguenti numeri:
Antonio 3396558448 – Daniele 3332579001 – Elisa 3381783749 – Maurizio 3805283685

L’incasso della serata contribuisce al finanziamento di un progetto per la costruzione di un pozzo di acqua potabile in un quartiere del grosso villaggio di Bekamba (Ciad)

Il Kem Kogi è sopratutto un gruppo di amici con la passione per gli altri.
Mettersi insieme e dare tutto senza trattenere un solo centesimo per i progetti di un continente che rimane colonizzato da noi occidentali.
Debito pubblico, rapina delle risorse naturali, sfruttamento delle risorse umane è ciò che segna la storia di questi "ultimi", che il Kem Kogi vuole aiutare, con progetti locali.

Porta la tua goccia nel mare della solidarietà.
Ci vediamo a cena.
Ciao
Claudio

martedì 11 novembre 2008

Spettacolo musicale per la Consulta dello Sport

Care amiche e cari amici, vi invito allo spettacolo “Un Movimento per lo Sport”, che si terrà Sabato 15 novembre alle ore 21 presso la Casa delle Arti 5 (zona MM) a Cernusco sul Naviglio.
Lo spettacolo presentato da Fabio Palma, alpinista dei Ragni di Lecco, con proiezioni di immagini sportive sarà accompagnata dalle musiche del Gruppo Rock Miradavaga e dai balli dell’ American Conturella Dance.
Ci saranno sportivi illustri del passato e del presente.
Saranno presenti i cernuschesi Roberto Tricella, campione d’Italia con il Verona, libero della Juventus e della Nazionale.
Il velocista Simone Collio con Emma Ania insieme a Marisa Masullo campionessa italiana negli anni 80.
Dino Meneghin monumento della Pallacanestro Nazionale con Charlie Recalcati coach della nazionale di Basket insieme a Enrico Ragnolini Presidente della Federazione Pallacanestro della Lombardia.

Nella serata il Sindaco Eugenio Comincini e l’Assessore allo Sport Maurizio Magistrelli presenteranno il Presidente e il Direttivo della Consulta dello Sport di Cernusco sul Naviglio.

Una meravigliosa serata per lanciare una nuova avventura sportiva.
Ti aspetto
Ciao
Claudio

lunedì 10 novembre 2008

Auguri Matteo!


In exremiss ecco gli auguri all'amico "fusà" che oggi compie 37 anni.
Giocatore di calcio tra uno stiramento e un altro.
Bancario, ma con i tempi che corrono è meglio non nominare il settore.
Sposo fedele pronto per le mille sfide della vita.
AUGURI dal Garga.

martedì 4 novembre 2008

Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas


“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto nazionale lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il Pil non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese.
Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere Americani.”


su http://www.youtube.com/watch?v=iLw-WLlM9aw

domenica 2 novembre 2008

Una firma per Eluana

La storia di Eluana Englaro è lo spunto in questi giorni per una riflessione su la vita e la morte.
Un tema questo che resta, nonostante le verità più o meno rivelate, un grande mistero.
Il punto di passaggio tra vita e morte, ciò che accade tra il “già e il non ancora”, rimane uno dei momenti più affascinanti della vita.
Nella vita e nella morte c’è un dato oggettivo, la morte, e un dato soggettivo, la persona.
Vivere fino in fondo la vita, significa poter anche scegliere la propria morte responsabilmente, in piena coscienza e libertà, soprattutto in previsione di condizioni di vita in cui non si sarà più in grado di scegliere.
Ciò non significa essere padroni della vita e della morte, ma assumersi fino in fondo la responsabilità della propria persona.
La coscienza è il luogo più intimo che solo può determinare la scelta di ritenere finito il tempo del proprio vivere.
È il luogo dove dire “così può bastare”.
La coscienza è il luogo in cui si determina la fondatezza e la giustizia di qualsiasi verità morale proveniente da qualsiasi autorità civile, religiosa o qualsiasi altra sia.
Nulla dovrebbe essere imposto alla propria coscienza.

Oggi Eluana non può più dire qual è il suo desiderio, ma nelle dichiarazioni fatte prima dell’incidente a genitori e amici, sembra di poter comprendere che non avrebbe accettato di vivere nelle condizioni in cui è costretta oggi.
Ci sono tanti casi in cui la libera scelta personale ha determinato le cause per una giusta morte.
La discussione sugli ultimi mesi di vita di Karol Woytila portata alla ribalta dagli articoli apparsi sul numero 5/07 di MicroMega, dalla dott.ssa Lina Pavanelli, medico anestesista, già docente presso l’Istituto di anestesiologia e rianimazione dell’Università di Ferrara e direttrice della scuola di specializzazione in anestesia e rianimazione, lasciano intendere di un volontà, se non dello stesso papa, sicuramente del entourage medico e non, di evitare qualsiasi cura che lo avrebbe mantenuto in vita per altro tempo.
E ancora, non sono forse già in essere forme di scelta di morte, come ad esempio il rifiuto delle trasfusioni di sangue da parte dei testimoni di Geova?
E per finire , non è nelle possibilità di ognuno di noi il porre fine alla propria vita in qualsiasi momento?
L’ Art 32 della Costituzione Italiana cosi recita:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.


Il diritto è fatto non per sostituirsi alla coscienza morale della persona, ma per permettergli di esercitarla nei limiti in cui questo esercizio non è lesivo degli altri.
Se deduciamo la volontà di Eluana dalle sue dichiarazioni, e ne traiamo le giuste conseguenze, lei stessa non andrebbe a ledere gli altri nella volontà espressa sulla propria fine terrena.
Mentre chi si oppone alla sua espressa volontà lederebbe il suo.
Siamo sicuri che la voglia di mantenere Eluana in stato vegetativo non sia solo un modo per godere della propria carità, e affermare la propria onnipotenza sul cos’è la vita e cos’è la morte?
Non è anche questo un caso in cui si preferisce “il sabato all’uomo”?
Oggi il papa di Eluana chiede il rispetto della volontà di sua figlia.
Anche nella comunità cristiana ci sono pareri discordanti.
Ieri festa di Tutti i Santi, ho sottoscritto anche io l’appello di alcuni cattolici affinché Eluana riposi in pace.

Documento di cattolici sul caso Englaro
Pensando ad Eluana Englaro i nostri primi sentimenti sono di affettuosa amicizia e di solidarietà nei confronti della sua mamma e del suo papà. Esaminando invece la situazione che si è determinata e scrivendo dall'interno della nostra Chiesa cattolica, non possiamo che esprimere il nostro sconcerto e la nostra amarezza per quanto riguarda la posizione dei vertici ecclesiastici che contribuisce a suscitare un grande e inopportuno clamore mediatico intorno ad una persona crocifissa su un letto da sedici anni.
Ci sembra che la pietà sia dimenticata e che non ci sia serenità nell'esaminare la situazione di fatto, avendo come riferimento le parole di speranza del Vangelo. Dio è il signore della vita e della morte e ad ogni essere umano tocca affrontare la conclusione dell'esperienza terrena, che è solo una fase della vita, accompagnato da chi lo circonda con dolcezza e rispetto, verso il futuro di felicità che ci prefigura la nostra fede. Ci sembra invece che ci si accanisca nei confronti di Eluana e che non si rispettino le sue precedenti accertate dichiarazioni di volontà prima dell'incidente, secondo la testimonianza dei genitori e di altri, e che non si prenda atto della sua attuale perdita definitiva della coscienza.
Ci sembra che, in questa vicenda, si manifesti una concezione meccanicistica e materialista della vita che è ben diversa da quella fondata sui sentimenti e sui valori spirituali vissuti coscientemente che caratterizza la visione cristiana della persona umana. Non ci può essere contrapposizione tra "principi" e "fatto" : il principio astratto della vita e il fatto di una "vita non vita". Anche la scolastica insegna che "contra factum non valet argumentum" che si potrebbe tradurre con : "i fatti sono incontrovertibili".
Ci sembra criticabile il consenso al conflitto formale (prima sollecitato e poi applaudito) che si è aperto, in modo del tutto inconsueto, tra il potere legislativo ed il potere giudiziario in relazione alle sentenze della Corte di Cassazione e della Corte d'Appello di Milano; questo consenso è la conseguenza di una mobilitazione propagandistica che ignora i principi dello Stato di diritto su cui si fonda la Costituzione repubblicana.
Ci sembra anche che l'impegno a difesa della vita non debba manifestarsi, principalmente o solo, sulle modalità del suo inizio e della sua fine naturale, ma con attenzione alla sua qualità e al percorso terreno di ogni donna e di ogni uomo. Così l'impegno dei cristiani e della Chiesa dovrebbe, anzitutto e soprattutto, prestare attenzione alla vita concreta dei tanti che fanno fatica a vivere e la cui esistenza vita è sempre a rischio o addirittura è violentemente interrotta.
Sarebbero quindi necessarie forti campagne di opinione, con le mobilitazioni conseguenti, oggi, qui, nel nostro paese, nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità religiose come nei movimenti, nelle associazioni e nelle comunità cristiane di base a favore di chi rischia gli infortuni sul lavoro, per i clandestini nel canale di Sicilia, per le donne che subiscono violenze, per quanti, militari o civili, soffrono in Iraq, in Afghanistan o in Georgia o sono coinvolti nelle tante guerre dimenticate sparse nel mondo, per chi vive nel Darfur o in Somalia, per i milioni di bambini che sono privi di assistenza e di istruzione.
Perché poi cercare di creare, nell'immaginario del nostro popolo, una contrapposizione tra l'identità "cattolica" che, da sola e sempre, difenderebbe la vita e quella "laica" che spregiudicatamente sarebbe disposta a facili cedimenti etici ? I credenti, senza erigersi a maestri, potrebbero offrire a tutti la ricchezza della loro vita spirituale e della loro sensibilità morale per dialogare sui problemi della vita e della morte come si pongono ora e per cercare insieme le risposte delle istituzioni a problemi nuovi e complessi che la scienza pone oggi all'inizio del terzo millennio. Nel mondo cattolico sono ormai tanti quelli che condividono il punto di vista secondo cui l'identità del credente sta nelle parole di speranza, di misericordia e di vita della Parola di Dio e non nelle campagne o nelle crociate.
Lasciamo che Eluana vada in silenzio e in pace nel Regno della Vita. Per lei e per la sua famiglia.

Claudio Gargantini
Anche tu puoi firmare su http://appelli.arcoiris.tv/Eluana_Englaro/

Primi firmatari dell’appello : Vittorio Bellavite, Milano; Paolo Farinella, Genova; Giancarla Codrignani, Bologna; Giovanni Avena, Roma; Grazia Villa, Como; Enzo Mazzi, Firenze; Teresa Ciccolini, Milano; Albino Bizzotto, Padova; Giovanni Sarubbi, Avellino; Lisa Clark, Firenze; Alberto Simoni, Pistoia; Rosa Siciliano, Bari; Giovanni Franzoni, Roma; Carla Pessina, Milano; Marcello Vigli, Roma; Andrea Gallo, Genova; Margherita Lazzati, Milano; Piero Montecucco, Voghera; Gustavo Gnavi, Ivrea; Domenico Basile, Lecco; Chiara Zoffoli, Lecco. Catti Cifatte,Genova.

martedì 21 ottobre 2008

Unici e originali senza l'ipocrisia della chirurgia estetica


Comlimenti a Monica Guerritore per le parole con cui ha salutato la sentenza vinta nella causa che le ha dato ragione contro contro Panorama che due anni fa aveva associato la sua bellezza alla chirurgia estetica.

Comprendo quelle persone chi si spaventano del tempo che segna il corpo e il viso e cercano un rimedio estetico.
Il dolce scorrere del tempo va cercato nelle pieghe del nostro corpo e del nostro viso, mentre levigare il nostro corpo rischia di non riconoscere il naturale scorrere delle vita.

Godere delle rughe e delle pieghe del nostro corpo, in questa società dei consumi dove il vuoto dell'anima viene riempito dall'abbaglio di uno sterile estetismo passeggero, è segno di bellezza e di maturità.

Riporto le parole di Monica perchè degne di essere scolpite nella pietra.

"Ho due figlie, ho vissuto i miei 20 anni, i miei 30, i miei 40. Voglio vivere i 50, i 60 e quello che ci sarà essendo me stessa, dando la mia verità ossia la corrispondenza tra quello che sono e la mia proiezione nel sociale. Esigo che questa mia verità, questa coerenza venga rispettata. Rivendico la mia libertà ad essere come sono, scegliendo di non ricorrere alla chirurgia estetica per soddisfare la moda che vuole le donne tutte schiave, replicanti di un ideale di bellezza impossibile da raggiungere".

Dice l'attrice che non tornerà indietro, non ci ripenserà magari tirando su uno zigomo o riducendo le rughe, approfittando del risarcimento dei danni ottenuto, "e spero che altre persone con me si vogliano liberare da questa che è un'imposizione assurda e che fa fare alle donne dei grandi passi indietro. E non solo a loro, perché la chirurgia estetica si sta facendo largo anche tra gli uomini e trovo assurdo che tutti pensiamo ad essere più belli secondo immagini imposte dal mondo della comunicazione per il quale non saremo mai veramente all'altezza anche se rifatti da capo a piedi. Siamo bombardati, non sono la prima a dirlo, di ideali estetici che ci arrivano da tutte le parti e in maniera anche molto subdola e ci costringono senza rendercene conto. Dai replicanti estetici ai replicanti del pensiero il passo, temo, è breve".

Difesa dall'avvocato Felice D'Alfonso Del Sordo, la Guerritore ha vinto con questo causa il primo caso giudiziario che afferma tale principio a tutela del diritto della personalità femminile in tema di chirurgia estetica. "Voglio essere unica, tutti dovremmo avere la forza - dice Monica Guerritore - di rivendicare questa unicità e vederci riconosciuti dagli altri questa originalità. Ho visto donne devastate dalla chirurgia estetica e ancora infelici e donne con i segni del tempo estremamente affascinanti". C'é poi un altro aspetto che riguarda la Guerritore come personaggio pubblico, "questa sentenza va anche contro l'invadenza dei media. Viviamo un a società dell'immagine dove spesso dentro c'é poco e molto più invece è intrattenimento. Posso scegliere di non essere come dentro un reality e fare il mio lavoro? Spero che questa sentenza apra la strada anche tra i giornali affinché facciano più attenzione e rispettino di più le persone".

sabato 18 ottobre 2008

Sport a Cernusco, una tappa importante.

Care amiche e cari amici, è trascorso un anno da quando il Sindaco mi ha incaricato di progettare la Consulta dello Sport.
Ho cercato da subito di condividere la strada su cui volevo incamminarmi, comunicandone il percorso e condividendo con altre persone qualificate un lavoro che portasse alla stesura del Regolamento, di cui ti allego copia.
E' con soddisfazione che considero conclusa una prima importantissima tappa determinata dall'approvazione del Regolamento in Consiglio Comunale, votato all'unanimità dai presenti.
Ora il cammino continua, essendo stato nominato dalla maggioranza come rappresentante della stessa in seno all'assemblea e al direttivo della Consulta.
Siamo solo alla prima tappa di questo importante “viaggio” che si propone di riconoscere lo sport come servizio sociale primario.

Penso che i Valori che abbiamo scritto nell'articolo 1 del Regolamento non lascino dubbi sull'importanza dell'attività sportiva per il benessere psicofisico di ogni persona.

Li riporto integralmente:
• Educazione e formazione personale e sociale;
• Prevenzione e tutela della salute e del benessere;
• Integrazione sociale e culturale;
• Solidarietà ed Educazione Civica della Cittadinanza;
• Promozione e sviluppo del Volontariato per lo Sport;
• Sviluppo dello sport agonistico come sana competizione e rispetto dell’avversario.

Tante persone impegnate nelle singole società sportive e nelle varie attività attinenti stanno operato bene.
Tuttavia, a volte, le singole società sportive faticano a pensare e progettare lo sport al di là dei propri confini.
Con la Consulta nasce l'occasione per pensare e progettare insieme.

Ti chiedo cortesemente di segnalarmi ogni qualsiasi considerazione o contributo possa aiutarmi a percorrere questa strada.
Grazie
Ciao
Claudio

p.s. Il Regolamento completo, è in visione sul sito del Comune di Cernusco sul Naviglio

giovedì 9 ottobre 2008

Finalmente la Consulta dello Sport

Ecco di seguito il mio intervento di presentazione del Regolamento della Consulta dello Sport nel Consiglio comunale di Cernusco sul Naviglio.

Per prima cosa voglio ringraziare il Sindaco Eugenio Comincini per la fiducia che ha dimostrato nei miei confronti dandomi l’incarico di costruire il percorso che ha portato a stilare il Regolamento che darà forma alla Consulta dello Sport.
“Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna, e la sua assenza non potrà mai essere compensata”.
Questa frase di De Coubertin è inserita all’inizio del Libro bianco dello Sport presentato dalla Commissione Europea nel luglio 2007. L'obiettivo del Libro bianco è fornire un orientamento strategico sul ruolo dello sport nell'Unione Europea. Esso riconosce l'importanza sociale ed economica dello sport ed è in linea con la normativa UE. L’Europa sprona i paesi aderenti ad investire nello sport.
Stasera in consiglio comunale siamo chiamati a fare la nostra piccola parte di investimento.
Questo Regolamento è frutto di un desiderio comune. Un desiderio manifestato nella lettera inviata a tutti i candidati Sindaci, scritto nel programma di questa maggioranza, espresso da alcuni precedenti amministratori.
La Consulta è lo strumento individuato affinché gli sportivi siano i protagonisti della promozione dell’ attività sportiva nella nostra città.
Essendo la Consulta un luogo di partecipazione, ho condiviso con il Sindaco e l’Assessore Magistrelli, che anche il percorso della stesura del Regolamento fosse il più partecipato possibile, attraverso una commissione di persone qualificate che con esperienza e passione hanno contribuito alla sua stesura.
Ci tengo a nominarli uno per uno, perché questo regolamento è frutto di un lavoro di squadra a cui tutti hanno dato il massimo contributo.
La commissione che ha lavorato al Regolamento ha visto la partecipazione, oltre al sottoscritto, dell’ Assessore allo Sport Maurizio Magistrelli, del dott. Giovanni Cazzaniga, Dirigente dell’ Ufficio Sport di Cernusco sul Naviglio, di Ciro Angrisano, Consigliere Comunale di opposizione e membro della Commissione Consiliare Educazione e Cultura, di Adolfo Rotta, Presidente della Commissione Sportiva di Cernusco sul Naviglio negli anni 80, di Enrico Ragnolini, Membro della Giunta del Comitato Regionale del C.O.N.I. della Lombardia e Presidente della Federazione Basket Lombardia, di Roberto Villa, Membro della Giunta del Comitato Provinciale del C.O.N.I. della Lombardia e membro della Consulta Provinciale dello Sport per Persone con Disabilità, di Grazia Vanni, Docente di Scienze Motorie e Insegnate di Educazione Fisica della Scuola Secondaria di primo grado di Cernusco sul Naviglio.
In rappresentanza delle associazioni sportive sono stati delegati a partecipare, Roberto Ambrosoni, dell’Atletica Cernusco, Dario Dalla Mariga , della Polisportiva della Martesana, Marisa Faggionato , del Twirling Club Cernusco, Claudio Keller, del Club Alpino Italiano, sez. Cernusco sul Naviglio e Ermanno Zacchetti, della Polisportiva GSO Paolo VI
Un ringraziamento particolare va ai dirigenti comunali, dott. Cazzaniga, dott. Napoli e in particolare al dott. Buzzini, che hanno supportato il lavoro della commissione nella parte più normativa e tecnica.
Senza dimenticare Silvio Cesati dell’Ufficio Sport per la collaborazione data a Consulta in Progress.

La commissione ha enucleato i Valori che sono insiti nell’attività sportiva riportandoli nell’articolo 1 del Regolamento che dice:
Il Comune di Cernusco sul Naviglio riconosce lo Sport come servizio sociale primario e in particolare quale occasione di:
• Educazione e formazione personale e sociale;
• Prevenzione e tutela della salute e del benessere;
• Integrazione sociale e culturale;
• Solidarietà ed Educazione Civica della Cittadinanza;
• Promozione e sviluppo del Volontariato per lo Sport;
• Sviluppo dello sport agonistico come sana competizione e rispetto dell’avversario.

Siamo partiti da questi Valori per determinare quali fossero le finalità e le competenze della Consulta.
Le finalità attribuite alla Consulta le permettono di lavorare sullo sport a 360 gradi. Infatti, ad essa spetta il compito di elaborare e proporre le politiche sportive, sensibilizzare le forze politiche, sociali ed economiche verso i temi dello sport, contribuire alla pianificazione degli impianti e delle strutture sportive del territorio.
La Consulta non avrà solo un ruolo propositivo, ma sarà anche obbligata a verificare i progetti dell’impiantistica sportiva.
Essa é chiamata inoltre a esprime pareri obbligatori, anche se non vincolanti, in ordine alle politiche sportive contenute nel Bilancio, ai criteri generali di assegnazione degli spazi sportivi e ai Regolamenti gestionali delle strutture sportive comunali.
Sono competenze importanti che chiedono ai protagonisti dello Sport di assumersi una responsabilità diretta nello sviluppo del settore.
Gli organi della Consulta sono l’Assemblea, il Direttivo e il Presidente.
Se immaginiamo la Consulta come una nave che si appresta a salpare nel mare dello sport, possiamo affermare che i componenti dell’Assemblea ne sono l’equipaggio, il Presidente ne è il comandante mentre i passeggeri sono rappresentati dall’intero movimento sportivo. Al direttivo il compito di esserne il motore.
Ritengo importante sottolineare come nell’assemblea abbiamo dato legittimità a tutte le componenti sportive del territorio, non solo le società sportive, che risultano essere i principali protagonisti, ma anche i rappresentanti delle scuole, della facoltà di scienze motorie, dei centri di medicina sportiva, dei centri sportivi pubblici e privati.
Inoltre, abbiamo dato spazio alla partecipazione di interlocutori amministrativi, provinciali e regionali che a vario titolo possono risultare utili allo sviluppo dello sport Cernuschese.
Nel direttivo trovano posto anche i rappresentanti della consulta del sociale e dei giovani per sottolineare come lo sport possa lavorare in sinergia con altri settori.

Nel ritenere concluso l’incarico affidatomi, posso dirmi soddisfatto del risultato raggiunto.
Come politico ho contribuito a creare le condizioni perché i veri protagonisti della società sportiva fossero in prima fila a promuovere in tutti i suoi aspetti la persona attraverso lo sport.
Vorrei concludere sottolineando che credo che lo sport sia un naturale momento di promozione della persona umana. Infatti, attraverso lo sport ci si conosce, si tutela la propria salute, si conoscono le persone come in nessun altro campo. Ci si educa alle regole e si svolgono attività importanti di volontariato.
Sono quindi dispiaciuto che lo sport sia usato a volte come una clava politica per competizioni che esulano dagli obiettivi che gli sono propri.
Ad esempio, riferendomi alle discussioni di questi giorni credo che dovremmo tutti concentrarci soprattutto sul fatto che la presenza della Facoltà di Scienze Motorie, può contribuire con il proprio carico di conoscenza e competenza a dare un ulteriore contributo valoriale all’attività sportiva del nostro territorio.
Un altro modo in cui la città può migliorare grazie allo sport è attraverso la creazione di zone di aggregazione per i nostri giovani che spesso non hanno luoghi dove esprimere la propria vivacità.
Mi riferisco allo sviluppo che può avere il centro sportivo di via Buonarroti.
I miei auguri alla Consulta dello Sport perché sappia favorire quel salto di qualità di cui necessita lo sport cernuschese.
È tempo di dimostrare di non essere bravi solo come singole società sportive, ma di saper essere bravi insieme.

Claudio Gargantini
Consigliere incaricato alla Consulta dello Sport


Il Regolamento della Consulta dello Sport è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di Mercoledì 8 ottobre 2008

giovedì 2 ottobre 2008

Il consigliere in ascolto



Help!!
Carissimi, sono passati 16 mesi da quando sono stato eletto consigliere comunale.

Durante la campagna elettorale terminavo così la lettera in cui annunciavo il motivo della mia candidatura:

“Con il tuo sostegno potrò diventare consigliere comunale. Mi conosci. Conosci il mio entusiasmo, lo spirito di servizio con cui ho sempre affrontato gli impegni.
Con lo stesso stile e la stessa passione voglio affrontare anche la sfida della politica e del vivere comune.”

Posso onestamente dirti che, non senza fatica, mantengo intatto l’entusiasmo con cui affronto il mio impegno di consigliere comunale.
Entusiasmo e spirito di servizio hanno continuamente bisogno di nuovo nutrimento.
Ho bisogno di te, del tuo aiuto, della tua critica e delle tue sollecitazioni.
Proprio per questo, ti chiedo di segnalarmi quali sono le priorità che ritieni abbiano esigenza di essere realizzate.

Il programma, ( http://digilander.libero.it/kudablog/programma%20eugenio.pdf ), con cui abbiamo vinto le elezioni è chiaro.
Ma non basta mantenere fede al programma per affermare di aver governato bene.
Nel passare dei mesi, qualche considerazione iniziale può essere rivista alla luce di nuovi sviluppi.
Nuove esigenze della cittadinanza possono portare a nuove istanze a cui occorre dare risposta.
Quali sono a tuo parere i punti del programma a cui dare precedenza, e le esigenze che richiedono una particolare attenzione?

Occore fare il punto su ciò che si è realizzato. E per questo aggiornerò quanto prima lo stato di avanzamento al programma.
Ma soprattutto ho bisogno che tu mi dica cosa vorresti fosse realizzato a Cernusco, per quanto riguarda le infrastrutture e i servizi alla persona, o quanto altro ancora.

Non mancherò di segnalare all’interno della maggioranza e in consiglio comunale ogni tua sollecitazione e di confrontarmi con te sugli argomenti posti.

Grazie per il tuo contributo.
Claudio

lunedì 29 settembre 2008

Uguaglianza e singolarità.

Forse ti sei sconvolto per la parola (merda) da me usata per prevedere dove arriveremmo un giorno se gli immigrati tornassero nelle terre di origine, ma questa parola è nulla in confronto alla morte dell’anima di una società che, spaventata dal forestiero, arriva a distogliere gli occhi dal povero, dall’affamato e dall’ignudo. Dal senza casa e senza lavoro.
Non comprendo perché, se la casa e il lavoro sono valori importanti per tutti noi occidentali, perché non dovrebbero valere anche per gli altri?
Che senso ha dividerci per colore della pelle, religione e cultura.
Non siamo persone innanzitutto?
Persone che credono nel Dio cristiano, persone che credono nel Dio mussulmano, persone che credono nel Dio ebraico. Persone che amano e persone che odiano. Persone nate in Italia, persone nate in America e persone nate in Romania. Persone che studiano, persone che lavorano. Persone che votano Berlusconi e persone che votano Veltroni. Persone che tifano Inter e persone che tifano Milan.
Si! Siamo tutto questo. Ma possiamo essere tutto questo perchè per prima cosa siamo Persone.
Dobbiamo salvaguardare le singolarità, ma occorre soprattutto riconoscere e valorizzare la matrice della Uguaglianza: la Persona.
Singolarità nell’Uguaglianza, l’unico modo per vivere senza rinnegarsi.

Claudio

domenica 28 settembre 2008

Ingrati verso gli immigrati

Minacce naziskin ai Martinitt, ragazzi sfollati per una notte
L´istituto ospita venti extracomunitari in via Rubattino e confina con il liceo Manzoni. Minacce e striscioni, i ragazzi costretti a lasciare la sede. l dormitorio ospita 20 giovani maghrebini e kosovari tra i 14 e i 18 anni................



Ho ascoltato questa notizia alla radio. Mi sono rivolto a Laura e le ho detto : Se solo potessero , auguro a tutti gli immigrati di lasciare l’Italia per lasciarci nella merda.
Ci rendiamo conto cosa accadrebbe se gli immigrati tornassero nel paese di origine?
Sicuramente non ce ne rendiamo conto. Contiamo troppo sulla loro necessità di mangiare e di dare da mangiare ai famigliari rimasti nella terra di origine, per permetterci di giocare con le loro vite.
Grazie ai consumisti messaggi televisivi la nostra anima si è così anestetizzata da non riconoscere più la realtà.
Viviamo imbevuti di percezione alimenta ad hoc da qualcuno che ha solo l’interesse a mantenere il popolo cieco, sordo e bue.
Non sappiamo più guardare negli occhi le persone all’apparenza diverse da noi.
Meriteremmo di rimanere nella merda, con i nostri bei vestiti alla moda, le nostre grosse automobili e le nostre play station.
Nella merda questo è il posto che ci meritiamo.
Scusate lo sfogo, ma quando incontro per strada le ragazze dell’est che hanno lasciato mariti e figli per pulire il sedere ai nostri vecchi. Quando vedo l’umiltà e la dignità con la quale le immigrate puliscono le nostre case e i nostri uffici. Quando sul viale assunta incrocio gli immigrati tornare tardi la sera dai propri luoghi di lavoro.
Quando vedo tutto questo non posso che sentire una morsa al cuore e provare tenerezza per queste persone oltre a tanta rabbia e profonda tristezza per tutti i cernuschesi e per gli italiani che non sanno apprezzare coloro che contribuiscono al nostro benessere negando loro i diritti più elementari.

Notte nell’attesa di un’alba nuova.
Claudio

lunedì 15 settembre 2008

Quando l'anima semina morte.



Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 un cernuschese di origini africane, Abdul Guibre, è rimasto ucciso a Milano a seguito di futili motivi. Il ragazzo, 19enne, è nato a Cernusco e risiedeva con la famiglia in via don Sturzo (q.re Aler).
La notizia è un lutto non solo per i famigliari e gli amici.
La notizia è un lutto per l'intera umanità.
E' un lutto che sottolinea ciò che in questi mesi si è seminato nella nostra società.
Quando l'anima non riconosce più il diverso da noi.
Quando l'anima è confusa e non distingue più il male che non viene da fuori ma che è da dentro il cuore dell'uomo.
Allora a quest'anima non resta che morire uccidendo.
Abdul non ci siamo conosciuti, ma posso dire che ieri tu sei salito sulla croce per testimoniare la morte dell'anima.

Sono molti i momenti di silenzio, preghiera e testimonianza organizzati oggi.
Ne segnalo due a Cernusco.
Un momento preghiera presso l'oratorio Paolo VI alle ore 20.45
Una fiaccolata alle 20.30 dalla piazza del Municipio.


Ognuno vada dove è meglio per sè.
Dove preferisce testimoniare il desiderio che l'anima risorga.

Amen
Claudio

domenica 14 settembre 2008

Salvare l’anima. Ecco il nostro destino.



La gente comune ha il potere di non pensare a ciò che non vuole pensare…....così si conservano le false religioni; ma, presso molte persone , anche quella vera. Ci sono alcuni però che non hanno il potere di impedirsi di pensare e che, quanto più lo si proibisce loro, tanto più pensano. Costoro si liberano dalle false religioni, ma, se non trovano discorsi saldi, anche dalla vera.
Blaise Pascal, Pensees, n°668, in Oeuvres completes, Parigi 2000

Anch’io non riesco ad impedirmi di pensare. Pensieri come un fermento che non ha mai fine.
Come una goccia che irrora la terra. Senza la quale la mia terra sarebbe arida.
Sono pensieri che cercano il senso delle persone e delle cose, il senso della vita e del mio esistere.
Ma veniamo al libro di Vito Mancuso, L'anima e il suo destino, Raffaello Cortina Editore, che anche io ho letto come tanti altri, (120.000 copie vendute a maggio 2008).
L’amico Michele, per esempio, lo ha già letto due volte ed ha scritto anche una mail all’autore, come lui stesso chiede nel suo libro, ricevendone risposta.
Personalmente non so se scrivergli. Forse gli invierò questo pensiero in libertà che lascio sul mio blog, in particolar modo come ringraziamento per il suo contributo alla ricerca della verità, alla libertà dell’anima.

Vito Mancuso è docente di Teologia moderna e contemporanea presso la facoltà di Filosofia dell'Università San Raffaele di Milano. Scrivere da teologo e criticare alcune teorie del catechismo della chiesa cattolica è da coraggiosi in questi tempi.
Ma si sa, lo spirito soffia dove vuole.
E visto che dove c’è spirito c’è libertà, nel libro non può non trovare spazio anche il Cardinal Martini che nella lettera introduttiva, mette in guardia Mancuso.
"Hai avuto un bel coraggio a scrivere dell'anima, la cosa più eterea, più imprendibile che ci sia, tanto che si giunge a dubitare che essa esista."…………….."Penso di sentire parecchie discordanze su quanto tu concludi su diversi punti, ma non posso negare che tu cerchi sempre di ragionare con rigore, con onestà e con lucidità, e che hai il coraggio delle tue idee, dicendo anche apertamente che esse non sempre collimano con l'insegnamento tradizionale e talvolta con quello ufficiale della chiesa. Perciò il tuo libro incontrerà opposizioni e critiche. Ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenere conto di quanto tu ne hai detto con penetrazione coraggiosa"…………..”Non posso perciò che augurare che il tuo libro venga letto e meditato da tante persone, anzitutto da coloro che non si preoccupano dell’esistenza dell’anima ne del futuro dell’uomo e che anche per questo non hanno punti saldi a cui ancorarsi. Ma anche altri, quelli che ritengono di avere punti di riferimento saldissimi, possono leggere le tue pagine con frutto, perché saranno indotti o a mettere in questione le loro certezze o saranno portati ad approfondirle, a chiarirle, a confermarle.

Riporto le parole di Martini, perché ogni potenziale lettore sia a conoscenza di cosa lo aspetti leggendo questo testo.

Personalmente ho trovato la conferma di alcuni concetti che avevo già fatto miei. Ho trovato lo stimolo e il coraggio di andare avanti nella ricerca "dell’uomo più che del sabato", soprattutto in quei momenti in cui è facile e comodo piegarsi al conformismo e al perbenismo, spesso presenti nelle nostre comunità civili e religiose.

Nel libro riscopro l’invito a spogliarmi di quei dogmi che a volte non hanno fondamento. Primo tra tutti quell’inferno che stride con l’amore eterno di Dio. E insieme all’inferno ci metto anche il diavolo.
Riporto le parole del teologo. “ Come l’Inferno, che è il massimo del disordine, non esiste nell’eternità, allo stesso modo il diavolo, che è la personificazione del disordine, non può esistere, come sussistenza personale dell’eternità. Di più: il Diavolo non può neppure essere una persona concreta, perché la persona nella sua essenza e relazione ordinata, e quindi è bene, mentre l’idea che il Diavolo esprime il disordine, l’entropia, la condizione oggettiva negativa dell’assenza di relazioni stabili, e quindi dell’assenza della base ontologica per il darsi della persona.” (pag. 264)

Mi vengono in mente le parole di qualche amico prete quando predicava che la vittoria di satana è far credere agli uomini che lui non esiste. E se fosse vero?! Se il diavolo e l’inferno non esistessero realmente?! Cambierebbe qualcosa nel progetto di amore divino? Non credo proprio. Condivido ciò che dice Mancuso su questi temi, ritrovandomi a dubitare del catechismo della chiesa cattolica riguardo a diavolo e inferno.
Rilevo che spesso alcune concetti dei catechismi nascono per dare risposte alle domande di una determinata epoca. E come tutte le cose relative valgono nel tempo in cui nascono. Chiederebbero quindi di essere costantemente aggiornati, perché qualora restassero in piedi, pur non avendo più fondamento nel tempo presente, allora si sarebbero trasformati in ideologia.

Sfoglio ancora il libro per riprendere i passi più significativi e respiro il suo odore. Quell’ odore che solo i libri sanno conservare. Un odore che diventa sapore e gusto. Questo libro mi ricorda che la vita va gustata e và goduta.


“La nostra epoca è la vera e propria epoca della critica, cui tutto deve sottomettersi. La religione mediante la sua santità e la legislazione mediante la sua maestà vogliono di solito sottrarsi alla critica. Ma in tal caso esse suscitano contro di sè un giusto sospetto e non possono pretendere un rispetto senza finzione, che la ragione concede soltanto a ciò che ha potuto superare il suo esame libero e pubblico” (Immanuel Kant, Critica della ragione pura. 1781)

Coscienza e critica che aiutano a non confondere il dito (le varie chiese) con la luna (Dio), e nel dubbio avere fede nella luna senza sconfessare la ragione di essere del dito.

Coscienza e anima, un binomio che da senso alla vita.
Ecco l’invito a riscoprire l’ anima come strumento per giungere alla verità.
Con questo testo Mancuso da un contributo importante alla scoperta della verità. Partendo dalla natura, dove creazionismo e evoluzionismo a mio parere non si contraddicono. E se ho compreso bene il libro, neanche per l’autore.
Non si discute il big bang. Anzi potrebbe essere questo il modo scelto da Dio per dar vita alla vita, concedendo regole sue proprie alla natura.
Il soffio vitale è già da sempre contenuto nella polvere della materia “ (pag14)
la legge fondamentale della natura-physis è la relazione”.
Logos e relazione, conoscersi e riconoscere, coscienza ed esistenza.
La vita è tutta una questione di relazione.

L’ Essere è energia da cui anima vegetativa, sensitiva, razionale, spirituale.
Chi crea l’anima? Dio con o senza concorso dei genitori? Altro punto di contrasto tra l’autore e il catechismo. (pag 85)

Peccato originale. Anche questo punto viene messo in motivata discussione da Mancuso.
“l’errore della concezione teologica tradizionale sul peccato originale sta nel chiamarlo peccato. Non vi è nessun peccato, non abbiamo commesso nessuna colpa che preesiste sulle nostre vite indipendentemente da noi. E’ la vita che è fatta così, la biologia lo mostra nel modo più chiaro.” (pag. 170)

io penso che il peccato del mondo sia la cifra che interpreta al meglio la condizione originaria della libertà” (pag. 172)

Infine sul tema della salvezza, “la giustizia libera dalla morte ( proverbi 10,2 e 11, 4) non ci sono dubbi sulla salvezza dei giusti a qualunque religione o non religione appartengano e chi li avesse è meglio che se li faccia passare , perché altrimenti farebbe di Dio nientr’altro che il più raffinato dei carnefici, visto che la gran parte degli uomini finora apparsi sulla terra non ha avuto nulla a che fare col Cristianesimo storico” (pag 174)

Origine e immortalità dell’anima.
La morte come amica e parte della vita.
Il paradiso non come luogo fisico, ma come condizione dell’anima.
Un’ inferno che non è eterno. Il limbo e il valore della preghiera.
Insomma ce n’è da ubriacarsi in questo bel testo.

Riguardo la coscienza Mancuso concorda con il catechismo quando dice che “l’essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della propria coscienza” .
Ed è questa coscienza che mi chiede di riconoscere e trasportare anche in politica il rispetto per ogni persona, per ogni anima.

Ringrazio Mancuso per il coraggio del suo pensiero.

Un libro il suo, che è musica per le mie orecchie.
Mi auguro anche per quelle di tanti amici e amiche che vorranno gustarlo.
Ciao
Claudio

venerdì 12 settembre 2008

Help!! Adolescenti, protagonisti in campo con il GSO















Ciao a tutti, l’anno scorso ho allenato una squadra di calcio, ben 21 ragazzi, degli anni 1992-1993. Un gruppo vivace ma tenace.
Quella che alcuni definiscono l’età dell’oro, ossia l’adolescenza, richiede una fatica educativa che va oltre il semplice insegnare. Occorre molto più ascoltare. E non sempre ne sono stato capace. A fine anno sportivo gli impegni personali, professionali e politici che andavo assumendo mi hanno consigliato di lasciare la squadra. Questo ha causato scelte differenti anche da parte dei ragazzi, anche perché il 92 passava di categoria e il 93 rimaneve accogliendo il 94, quindi 7 ragazzi in su e 14 ragazi ad attendere. Alcuni hanno cambiato squadra, pochi si sono ripresentati anche quest’anno, parecchi non sanno che fare. Il gruppo 92 voglioso di ripresentarsi ai blocchi di partenza rimaneva spiazzato per mancanza di numero.
A questo punto non si poteva fingere di non vedere.
L’’esigenza di formare la squadra juniores 1991-1992-1993 ha sollecitato il mio ritorno come allenatore al GSO PAOLO VI.
Ci sono già una decina di ragazzi ma occorre partire almeno in 16-17 giocatori per l’inizio del campionato.
Vi chiedo di darmi una mano affinché altri ragazzi posano fare parte della squadra.
Passate parola, magari qualche ragazzo che conoscete o qualche figlio di un vostro amico/a ha voglia di giocare.
Date pure il mio cellulare a chi desidera ulteriori informazioni
335.6920669


Anche la squadra Allievi allenata da Livio è disponibile ad accogliere altri ragazzi del 1994-1993
La segreteria del GSO in via San Francesco 12 a Cernusco sul Naviglio è aperta tutti i sabati dalle ore 15 alle ore 18
Tel 02.92106989

Spesso il passa parola vale più di mille spot televisivi.
Grazie .
Ciao
Claudio

martedì 2 settembre 2008

L'anima, la politica e la televisione.

Ricordo il Pasolini , profeta dei nostri tempi, in queste pagine degli Scritti Corsari. Racconta della società dei consumi il cui verbo è proclamato dalla televisione che ha un duplice ruolo. Quello di omologazione dei costumi e quello di anestetico dell’anima. Ecco le parole di Pasolini.



“…………………………Nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha fatto il centralismo della civiltà dei consumi. …………………… L’abiura è compiuta. Si può dunque affermare che la "tolleranza" della ideologia edonistica, voluta dal nuovo potere, è la peggiore delle repressioni della storia umana. Come si è potuta esercitare tale repressione? Attraverso due rivoluzioni, interne all’organizzazione borghese: la rivoluzione delle infrastrutture e la rivoluzione del sistema d’informazioni.Le strade, la motorizzazione ecc. hanno ormai strettamente unito la periferia al Centro, abolendo ogni distanza materiale. Ma la rivoluzione del sistema d’informazioni è stata ancora più radicale e decisiva. Per mezzo della televisione il Centro ha assimilato a sé l’intero paese, che era così storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza. Ha imposto cioè, come dicevo, i suoi modelli: che sono i modelli voluti dalla nuova industrializzazione, la quale non si accontenta più di un "uomo che consuma", ma pretende che non siano concepibili altre ideologie che quella del consumo. Un edonismo neo-laico, ciecamente dimentico di ogni valore umanistico e ciecamente estraneo alle scienze umane.
……………Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo?
No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone la caricatura……………………………La responsabilità della televisione in tutto questo è enorme. Non certe in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. E attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere………………………………………….

[L'articolo era apparso sul "Corriere della Sera" il 9 dicembre 1973 con il titolo "Sfida ai dirigenti della televisione"


Risultato di tutto ciò è un Italia addomesticata. E qui riporto le chiare parole di Nadia Urbinati su Repubblica del 20 agosto.



"Questa Italia assomiglia a una grande caserma, docile, assuefatta, mansueta. Che si tratti di persone di destra o di sinistra, la musica non sembra purtroppo cambiare: addomesticati a pensare in un modo che sembra diventato naturale come l´aria che respiriamo. Come bambini siamo fatto oggetto della cura di chi ci amministra. E come bambini bene addomesticati diventiamo così mansueti da non sentire più il peso del potere. È come se, dopo anni di allenamento televisivo, siamo mutati nel temperamento e possiamo fare senza sforzo quello che, in condizione di spontanea libertà, sarebbe semplicemente un insopportabile giogo"


E l’anima che c’entra l’anima. L’anima c’entra sempre. È colei che ci protiamo dentro fino alla morte e anche dopo di essa.

Non rimane che scegliere se desiderare un’ anima vittima di questo giogo oppressivo o un’ anima libera.
Come? È questa la vera sfida della modernità. Di questa società liquida.
Liberare l’anima è il nostro destino. Lo auguro a me. Lo auguro anche a te navigatore su questo blog.

Ciao. Claudio

martedì 26 agosto 2008

L'eleganza del riccio.

Aih che dolore. Svegliarsi e non ritrovarsi più davanti agli occhi lo splendido paesaggio dei Monti Sibillini. Beh! Le vacanze qualcuno dice che siano belle perché hanno termine. Sarà, ma qualche giorno in più lo avrei fatto volentieri.

Uno dei piaceri della vacanza è il tempo, quasi infinito, quasi noioso, che ti rincorre e chiede di essere riempito. E leggere per me è uno dei modi migliori di riempire questo tempo così abbondante nei giorni di vacanza. Uno dei libri letti in questi giorni passati è L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, edizioni e/o.





In sintesi.
Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maitres à penser della cultura culinaria. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant... dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l'ambiente che la circonda. Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l'uno dell'impostura dell'altro, si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée. (da www.ibs.it)

Che posso dire se non che Renèe è splendida ! Quante persone intorno a noi che non ti aspetti di incontrare!
E di Paloma? Quante ragazze e quanti ragazzi intorno a noi maturi dentro, non sono ascoltati. Sono spesso merce dei nostri insegnamenti.
E Monsieur Ozu? Semplicemente una persona che sa guardare dentro e non intorno. Beh! Essere un po’ come monsieur Ozu è l’augurio che faccio a me stesso e che faccio a tutti voi.

Se hai un po’ di tempo leggi questo libro. Non può che fare bene.
Buona lettura
claudio

martedì 19 agosto 2008

Poesia e integrazione

"Io non ho bisogno di denaro; ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti....ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà loro colori nuovi..le parole scelgono combinazioni inattese e ci procurano l'ebbrezza e la gioia, trasportandoci in luoghi dimenticati dagli uomini..."

-tratto dal racconto "Seduzione" (dalla raccolta "Amori stregati "-2003) di Tahar Ben Jelloun

Ho letto la frase dietro la presentazione di Marche e cultura cercando luoghi nuovi da visitare. La frase è qui attribuita a Alda Merini, 2007
Cercando in internet rilevo che la frase è parte di un racconto Seduzione tratto dalla Raccolta Amours sorcières di Tahar Ben Jelloun del 2003.
Nell'attesa di acquistare il libro di Tahar Ben Jelloun, rilevo la bellezza di questa poesia.

In questi tempi italiani , in cui il razzismo che alberga nel segreto del cuore esce allo scoperto e si sente legittimato da provvedimenti più che discutibili, mi affido a uno scrittore arabo impegnato nella lotta contro il razzismo, per godermi un attimo di tenerezza.

Chiudo con un’altra perla dello scrittore arabo.
“Non incontrerai mai due volti assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative.
Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi.”


L’integrazione e il rispetto passano anche attraverso la poesia.
Basta solo ascoltare e guardarsi negli occhi con cuore nuovo.

Amen
Claudio

sabato 16 agosto 2008

Lasciate che i bambini..........

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli”. E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.
Vangelo Mt 19,13-15 letto oggi nelle chiese ambrosiane.

Si, ma oggi non è più così. Non tutti i bambini sono uguali! Forse non lo sono mai stati.
Ci sono quelli pronti per morire sprovvisti di pane e di acqua perchè parte di quel 80% di persone che vive con il solo 20% delle risorse mondiali.
Ci sono quelli che nascono già pronti a morire di Aids, perchè qualche adulto ritiene meglio un bambino malato che fare l'amore con un preservativo.
Ci sono quelli a cui vengono prese le impronte digitali solo perchè figli di un popolo diverso dal nostro.

Chiediamoci se ci andrebbe bene morire di fame con un mondo opulento che decide come salvarci.
Chiediamoci se ci piacerebbe essere malati di aids perchè i nostri genitori, non so per quale strampalata idea, considerano malsano coprirsi nel momento in cui salvaguardano un momento di tenerezza.
Chiediamoci se ci piacerebbe vederci prese le impronte alla mani come si fa con i soli animali da censire a fronte di tanti bambini intorno a noi a cui questo viene negato.

Forse potremmo essere noi quei bambini.Serve solo un pò di empatia.
Anche se per quanta empatia possiamo usare, nulla toglie allo scandalo del mondo che vieta a tutti i bambini del mondo di andare insieme da Gesù.

Claudio

mercoledì 13 agosto 2008

Grazie per i commenti

Grazie per i commenti lasciati. Vi chiedo una cortesia, lasciate la vostra firma, un riferimento, almeno il nome, magari la mail. La vita non è questione solo di merito e di metodo, ma anche sopratutto una questione personale. Le cose che si dicono e come si dicono, acquistano sapore se riferite a un volto, a un nome.
Ciao
Claudio
garga7@alice.it

TI segnalo un blog. Politichiamo onorevoli cittadini.


Navigando internet mi permette di conoscere nuovi blog. Sono tantissimi, infiniti, arriveremo ad averne uno per cittadino.
Per ora mi permetto di segnalarti quelli che incontro un pò per caso, un pò per segnalazione di amici, su cui ritengo utile darci un occhio. Quello che segnalo ora nasce dall’idea di Giovanni Guzzetta e Enrico Trapazzo – e di tanti altri amici e cittadini, di "esportare" il metodo di lavoro e di condivisione sperimentato con successo nell’esperienza referendaria anche ad altri temi centrali dell’agenda politica italiana ed europea. Con l’intenzione (e la speranza) di contribuire a rilanciare il nostro paese verso l’innovazione, la competizione, la legalità, la competenza, la partecipazione.
Con una parola, l'intenzione è quella di aumentare il capitale civile, di cui tanto si sente la necessità.
Il link http://www.politichiamo.it/

Mi piace l'idea degli onorevoli cittadini. Pensare che un domani attraverso un clik potremmo cambiare insieme le leggi, votare i referendum, decidere chi ci rappresenta.
Se ad oggi con il digitale siamo raggiungibili e controllabili, è tempo che lo stesso sistema ci permetta di partecipare direttamente alla costruzione della nostra città.

Politichiamo un pò insieme.
ciao
claudio

sabato 9 agosto 2008

Vita e morte sono una questione di responsabilità e consapevolezza. Una preghiera per Eluana Englaro.



Ritengo che la Persona sia responsabilmente artefice della propria vita e della propria morte.
A livello spirituale, teologico e filosofico, rilevo la vita e la morte come un tutt’uno facente parte della stessa struttura di eternità.
Anima vegetativa, sensitiva, razionale e spirituale.
Per quanto mi riguarda riconosco l’importanza di saper dire coscientemente fine al corpo per librarsi di anima e spirito che grazie a questo corpo ho riconosciuto.
Saper dire basta al corpo nel momento in cui riconosco giusto dire fine all’esperienza della corporeità.
Dirlo quando l’anima razionale, che costruisce la coscienza, comprende che è tempo di lasciarsi andare, capisce che il tempo ha fatto il suo corso ed è giunto il tempo di abbandonare sensi e ragione per vivere di solo spirito.

Segnalo L’anima e il suo destino di Vito Mancuso, come un contributo intelligente che aiuta a declinare meglio come la morte si inserisca nelle fasi della vita.

Come politico sono certo della necessità di riconoscere con la legge la libertà di scelta affinché ognuno possa responsabilmente essere artefice della vita e vivere responsabilmente la propria morte.
Riconosco giusto garantire ad ogni persona il diritto di dire basta!
Dire così può bastare!

Oggi Eluana Englaro e tanti sconosciuti, ieri Piergiorgio Welby e altrettanti sconosciuti, domani tanti sconosciuti e qualcuno che diventerà prigioniero mediatico non solo del proprio corpo ma anche di una battaglia ideologica giocata sulla sua pelle.
Ritengo una cattiveria quella di non permettere ad ognuno di decidere oggi come definire conclusa la propria esperienza umana, quando non sarà più nelle condizioni di decidere.
E concederlo anche alla persona che nella relazione di reciprocità è indicata responsabile di fronte alla legge.
Se l’inizio della vita e la vita stessa sono una questione di relazione, la stessa relazione può rendersi necessaria anche nel momento del consapevole morire.

Da sempre l’uomo e la donna disegnano i confini della natura, ogni qualvolta essa non rispetti la piena dignità della Persona.
Anche nel caso del testamento biologico si tratta di definire nuovi confini.

Segnalo e condivido il comunicato stampa di alcuni cristiani, in particolare delle chiese valdesi e metodista, che si accompagnano a quelli di tante persone, che esprimendo solidarietà alla famiglia Englaro chiedono alla politica di riconoscere la libertà e la responsabilità di poter scegliere della propria vita fino alla morte, e soprattutto di rispettare Eluana.

Eluana, il mio augurio è che tu possa lasciare quel corpo che non consideri più parte di te.

Claudio




Il caso Eluana Englaro
Solidarietà dei valdesi con la famiglia di Eluana Englaro
La Commissione bioetica delle chiese valdesi e metodiste, esprime la propria solidarietà nei confronti della famiglia Englaro e ribadisce la propria posizione a favore della libertà di cura, che è sempre e contestualmente libertà di rifiutare la cura.
"Come cristiani
– afferma una nota della Commissione bioetica valdese e metodista -, riteniamo sia necessario guardare alle persone viventi e alla loro sofferenza, che non può essere dimenticata in nome di principi universali e astratti, né può essere subordinata a una norma oggettiva e precostituita che venga ritenuta valida in quanto presunta ‘legge naturale’. Crediamo infatti che il cuore dell'etica cristiana debba essere la sollecitudine verso le persone nella loro irrinunciabile singolarità, spesso sofferente, talvolta, come nel caso di Eluana, addirittura tragica: di qui discende, secondo noi, un'idea della medicina come terapia rivolta a soggetti in grado di autodeterminarsi e in grado di decidere il proprio destino.
La libertà individuale non va guardata con sospetto e identificata con l'arbitrio: per questo motivo, e in conformità con le posizioni espresse dall’ultimo Sinodo dell’Unione delle chiese metodiste e valdesi, come Commissione bioetica sollecitiamo da parte del Parlamento l’approvazione di una legge sulle direttive anticipate di fine vita."
da Agenzia NEV - Notizie Evangeliche

venerdì 8 agosto 2008

Tempo di vacanza, tempo di Marche



Questo agosto è per me con Laura, un tempo di estremo relax vissuto nell’entroterra delle Marche. Una vacanza di vero riposo.
Siamo arrivati ieri sera e la stellata, l’aria pulita e le cicale hanno già rasserenato in me lo spirito, la mente e il corpo.
Stamani muovendoci per andare in paese a fare la spesa, abbiamo incontrato Giocondo, il contadino vicino di casa. Mi accorgo di essere già entrato in sintonia con il luogo perché comunico senza la fretta, senza l’ansia del prossimo appuntamento, senza distrarmi guardandomi in giro.
Nelle Marche abbiamo un luogo dove riassaporare il silenzio, il gusto dell’incontro verso ogni persona a cui dare e ricevere maggiore attenzione, quasi fossimo le uniche persone al mondo.
In paese la fare la spesa si chiacchiera con il negoziante senza coda e senza fretta.
La cassiera ha il tempo di metterti nella borsa la spesa. Impensabile nella nostra grande Milano.
Sicuramente anche a te navigante in questo blog, accadono queste cose, quando cerchi luoghi di pace e serenità dove la vita scorre lenta, anzi scorre come natura ci ha fatti, dando la giusta priorità alle persone e alle cose.
Per me questo è un tempo che mi concede una continua riscoperta della bellezza della vita, in cui la danza scorre lenta, e la lentezza non è menomazione ma gusto intenso.
Ho tempo in questo tempo, ma non ho intenzione di fare il diario delle vacanze on line sul mio blog.
Metterò solo un po’ di ordine all' impaginazione, e scriverò con più frequenza.
Le frasi “celebri” le inserisco nel post con l’etichetta “Frasi che lasciano il segno”. Per i libri mantengo il racconto di quelli letti riportandoli nel post, con impressioni e pensieri suscitati, lasciando a lato, nel link “scritture contaminanti” , i titoli con l’autore.
Voglio già segnalare due libri, se tu non avessi ancora scelto cosa leggere in vacanza.
L’anima e il suo destino del teologo cattolico Vito Mancuso, e L’eleganza del riccio di Barbery Muriel, di cui scriverò in modo più approfondito in post ad hoc.
.
Riporto qui solo due recensioni degli stessi ripresi su www.ibs.it
Il libro di Mancuso incontrerà opposizioni e critiche, ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenerne conto", scrive nella prefazione al volume il cardinale Martini. Gli argomenti sono i più classici, l'esistenza e l'immortalità dell'anima, il suo destino di salvezza o perdizione. Del tutto nuova è invece la trattazione, in cui scienza e filosofia assumono il ruolo di interlocutori privilegiati della teologia, configurando una fondazione del concetto di anima immortale di fronte alla coscienza laica. Criticando alcuni dogmi consolidati, il libro affronta l'interrogativo fondamentale che da sempre inquieta la mente degli uomini: se esiste e come sarà la vita dopo la morte.
Nell’eleganza del riccio si racconta, di un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maitres à penser della cultura culinaria. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant... dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione.


Mi sono portato nelle Marche, oltre a tanti libri delle più svariate tematiche, anche la rivista di teologia Concilium, che nel primo numero 2008 propone interventi di teologi internazionali dedicati interamente all’omosessualità.

Due libri, e una rivista, che chiedono di guardarsi dentro e di scrutarsi intorno, perché nulla è così scontato come sembra.

Buona vacanza
Claudio
p.s. dimenticavo! Nelle Marche c’è anche Quincy naturalmente

domenica 20 luglio 2008

La legge non è uguale per tutti

Mentre ero in Corsica, si stava consumando un ulteriore rinnegamento dell'art 3 della Costituzione...Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge......
Quattro cittadini non sono più uguali davanti alla legge, i Presidenti della Repubblica, del Consiglio, del Senato e della Camera non potranno più subire processi.
Sono sopra la legge, ne escono, non ne fanno più parte.
Desidererei che chi venga eletto a queste cariche passi sotto un doppio controllo della legge, affinchè lo stesso sia degno di assumere tale incarico.
Ecco invece accadere l'opposto. Se anche il tale cittadino avesse una macchia, questa non solo non gli vieterebbe di acquisire la carica, ma da ora la stessa non potrà più essere ne ricercata, ne giudicata.
E' forse giustizia questa?
E tu che ne pensi?
Ciao
Claudio

Eccomi di nuovo, dopo un salto in Corsica



Ciao, pensavi fossi sparito? Sono stato in Corsica con Laura una settimana all Ile Rousse. Che dire? La casa che abbiamo trovato, un angolo di paradiso.( nelle foto eccoci sul patio e il tramonto visto dalla casa ogni sera...)
La Corsica bella e naturale e non sono certo io a scoprirla. Sottolineo due aspetti sociali che mi hanno positivamente colpito.
I cani, tranquillamente a spasso con il proprio padrone anche in spiaggia senza urli e isterismi di nessun altro bagnante.
I nudisti, non lontani e nascosti, ma tranquillamente agli angoli delle spiagge.
Un modo di essere e di vivere che richiama la libertà non come sopraffazione ma come condivisione degli stessi spazi e luoghi nel rispetto delle persone.
In Corsica si respira proprio un' altra aria, un'aria francese.
Au revoire
Claudio

martedì 1 luglio 2008

Lo scandalo di un gesto

Il provvedimento del governo Berlusconi ad opera del Ministro Maroni, grida vendetta al cospetto di dio. Grida scandalo al cospetto di Cristo, lasciate che i bambini vengano a me e senza impronte digitali. Il provvedimento disgusta qualsiasi persona che abbia il senso della storia antica e recente. Discusta qualsiasi cuore di mamma. Insomma che senso ha? Cosa porta a casa in termini di sicurezza un provvedimento così disgustoso, disumano e apolitico? Insomma un obbrobrio. Nulla, se non il fermento della paura come gestione del potere politico. A Maroni vorremmo suggerire di prendere le impronte delle mani (e dei piedi) ai neonati cinesi di Milano, che sono già, notoriamente, tutti ladri di identità. Inoltre, per coerenza, potrebbe impartire l'ordine di misurare la lunghezza degli arti ai bimbi di Corleone che crescono (si fa per dire) con il 'criminal profiling' di Totò u curtu. Ed è inutile spiegare a un pietoso uomo d'ingegno come il nostro ministro degli Interni che i minori dell'agro nocerino sarnese e della piana del Sele andrebbero - per proteggerli, badate bene! - sottratti alla patria potestà e affidati alla Dia o, in subordine, allo scrittore Roberto Saviano. E contro il bullismo nelle scuole cosa ci sarebbe di meglio che prendere le impronte, al momento dell'iscrizione, anche ai genitori che sono sempre un po' complici?(Francesco Merlo su Reubblica del 27 giugno) La provocazione di Merlo sta ulterioremente ad indicare l'assurdità di tale provvedimento. Ma ciò che scandalizza, che mi scandalizza è l'assoluta apatia con cui certi provvedimenti vengono recepiti. Nulla scandalizza, la discussione verte sui rigori sbagliati dall'Italia agli europei o su quale costume è meglio indossare in spiaggia perchè ben si vedano tette e culo proprie per meglio vedere quelle altrui. Perso il senso della dignità della persona cosa ci rimane? E' questa la vita che vogliamo? Sto tentando di reagire. Per dire qualcosa, perchè così no, non si può. Ho aderito a titolo personale a un manifesto di alcune associazioni di Cernusco che chiede il rispetto dei diritti umani, fondamento della costituzione. Ho chiesto al mio partito di dire qualcosa. Ma porca vacca, è mai possibile che il clima sia così anestetizzato a tal punto che quando ti trovi con gli amici sembra ci sia imbarazzo oltre ad incapacità nell'affrontare questi temi. A tanto ci siamo ubriacati grazie al consumismo? Vale veramente di più una maglietta firmata, un pezzo di lamiera con sotto 4 gomme roteanti a cui dedicare una vita di stipendi, che la dignità della persona che possiede diritti in quanto tale e non in quanto cittadino di questa o quella nazione. Non è fuori il male, l'insicurezza, la paura. E' dentro, in ognuno di noi, nel proprio cuore. E lì che occorre cercare quando si ha paura. Darsi un tempo e un luogo per chiamare le cose con il proprio nome, e non confondere i fatti con le opinioni che spesso trasformano la percezione delle cose. E davanti alle provocazioni come quella delle impronte ai bambini Rom due le scelte. O dormire assopiti nell'indifferenza o urlare lo scandalo di quel gesto.
Buon mattino. Claudio

Lasciami un tuo segno. Grazie

Grazie per i commenti lasciati. Vi chiedo una cortesia, lasciate la vostra firma, un riferimento, almeno il nome, magari la mail. La vita non è solo questione di merito e di metodo, ma anche e soprattutto una questione personale. Le cose che si dicono, come si dicono, acquistano sapore se riferite a un volto, a un nome.Ciao Claudio.



mail claudiogargantini@alice.it

cell. 335.6920669

fax 06.418.69.267